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10 cose da sapere sulle estrazioni e sugli estratti

By Luglio 29, 2022No Comments

Gli estratti di cannabis stanno prendendo sempre più piede a livello internazionale e con la crescita del mercato cresce anche la curiosità sul tema. Ecco quindi 10 cose da sapere sulle estrazioni.

 

1. Qual è la differenza tra estratto e distillato?

 

Un estratto è il prodotto di un processo che permette di separare i principi attivi di una materia prima vegetale. L’estrazione può avvenire attraverso l’utilizzo di solventi — propano, butano o etanolo, per esempio —, che dissolvono la materia prima e permettono di separare le diverse componenti dal materiale vegetale; oppure senza l’uso di solventi, un metodo che permette di produrre concentrati seguendo le leggi della chimica e della fisica attraverso pressione, calore e acqua.

 

I distillati, invece, si realizzano solo dopo l’estrazione e il filtraggio e sono il risultato di una separazione molecolare che permette alle aziende di isolare i diversi composti presenti nell’estratto e di ottenere così una sostanza più concentrata; nel caso della cannabis, per esempio, queste componenti possono essere il CBD e il THC.

 

2. Quando si parla di estrazioni, quali differenze ci sono tra la Cannabis e la canapa?

 

La differenza principale tra le due materie prime è la quantità e la qualità delle componenti: nella Cannabis, per esempio, i cannabinoidi sono più presenti ed è per questo che la pianta è la più adatta a fini terapeutici. Allo stesso tempo, se si volesse utilizzare la canapa, per raggiungere lo stesso risultato sarebbe necessario avere a disposizione una maggiore quantità di materia prima.

 

3. Quale attrezzatura è necessaria per produrre un estratto? 

 

Non esiste una risposta universalmente valida, perché l’attrezzatura dipende dal tipo di cannabinoidi che si desidera estrarre, a quali mercati sono destinati e per quali prodotti saranno utilizzati: oli, distillati, infusi…

 

Una volta trovata la risposta a queste domande è importante confrontarsi con gli esperti del settore per individuare la metodologia di estrazione e l’attrezzatura più adatta alle proprie esigenze e alla propria attività.

 

4. Quali sono le principali metodologie?

 

Le principali tecniche estrattive sono tre e utilizzano etanolo, CO2 o butano/propano.

 

L’estrazione attraverso etanolo vanta una produttività più elevata rispetto a quella con CO2 ed è l’ideale per distillati e isolati su larga scala; allo stesso tempo, però, è più pericolosa e solitamente rimuove i terpeni che, se necessari, vanno poi aggiunti manualmente in una seconda fase, cosa che invece non accade nelle estrazioni attraverso anidride carbonica. Anche l’estrazione con butano o propano ha un rendimento inferiore rispetto a quella eseguita attraverso etanolo, ma consente di catturare tutti i principali terpeni e cannabinoidi.

 

5. Perché i sistemi di estrazione automatizzati sono migliori di quelli azionati manualmente?

 

I processi di estrazione possono essere pericolosi e, soprattutto nel caso di sistemi azionati manualmente, è fondamentale la presenza di un operatore che abbia una profonda comprensione delle complessità del sistema.

 

I sistemi di estrazione completamente automatizzati, invece, riducono notevolmente il tempo necessario per imparare a utilizzare l’apparecchiatura e garantiscono maggiore efficienza e un miglior risultato indipendentemente dalla gestione dell’apparecchiatura. Come anticipato, inoltre, possono essere più sicuri, perché solitamente dispongono di due livelli di protezione: la possibilità di backup meccanici e un controllo elettronico. Quest’ultimo, in particolare, monitora continuamente le pressioni all’interno dell’intero sistema e reagisce automaticamente a una condizione di sovrapressione per prevenire danni alle apparecchiature e/o il rilascio di sostanze nella struttura.

 

6. Quante persone sono necessarie durante i processi di estrazione?

 

Il numero di operatori dipende dalle dimensioni dell’azienda, dai macchinari coinvolti nel processo e dai risultati che si desiderano ottenere. Generalmente, in un ambiente collaudato e ottimizzato dove il flusso di lavoro passa attraverso i processi di centrifugazione, refrigerazione, filtraggio, evaporazione, decarbossilazione e distillazione, il numero minimo di operatori di estrazione è tre, purché ben formati ed esperti.

 

7. Quali sono i fattori chiave per massimizzare il ROI delle apparecchiature di estrazione?

 

Il ritorno sull’investimento (ROI) dipende principalmente dalla biomassa e dalla materia prima di partenza: con un materiale vegetale a basso contenuto di cannabinoidi, infatti, il costo del prodotto finale non può per ovvi motivi essere elevato.

 

A questo si aggiunge un buon piano aziendale in grado di valutare ed equilibrare manodopera, spese e costi di manutenzione. Per massimizzare il ROI è importante inoltre fare inoltre attenzione alle prestazioni, consumo di energia compreso; ai tempi dei processi estrattivi; alla facilità di utilizzo delle attrezzature; all’affidabilità degli strumenti e delle persone coinvolte lungo la filiera; e alle dinamiche interne, riducendo al minimo i tempi di inattività non pianificati.

 

8. Quanto è importante la decarbossilazione?

 

La decarbossilazione è fondamentale per la produzione degli estratti, perché permette di ottenere le due componenti principali della Cannabis: il cannabidiolo (CBD) e il tetraidrocannabinolo (THC). La decarbossilazione è infatti un processo che avviene naturalmente quando la cannabis viene bruciata per essere inalata, ma che è necessario stimolare quando invece la pianta è destinata alla produzione di estratti.

 

9. Che differenza c’è tra estratti full-spectrum, broad-spectrum o a CBD isolato?

 

Un estratto full-spectrum (“a spettro completo”, in italiano) è un prodotto che contiene in sé tutte le componenti terapeutiche della pianta (scartando invece quelle non necessarie perché senza particolari benefici); nel caso della Cannabis si fa quindi riferimento al CBD, al THC, ma anche ai terpeni aromatici, ai flavonoidi, alle proteine e ai fenoli.

 

Un estratto broad-spectrum (ossia ad “ampio spettro”), invece, non contiene il THC, mentre nel CBD isolato, come si evince dal nome, è presente solo il cannabidiolo.

 

10. Come si valuta la qualità di un estratto?

 

La qualità di un estratto può essere valutata leggendo con attenzione l’etichetta o il bugiardino del prodotto, sui quali bisognerebbe trovare il metodo di estrazione utilizzato (in questo caso meglio indirizzarsi su prodotti ottenuti con metodi sofisticati tramite l’utilizzo di solventi sicuri e inerti, come la CO2 supercritica); le caratteristiche della materia prima (modalità di coltivazione, lo stato — fresco o secco — del materiale vegetale al momento dell’estrazione…); e le esatte concentrazioni di biomolecole.