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Cannabis ed effetto entourage: cos’è e come funziona

By Luglio 20, 2022No Comments
CBD beauty

Non solo CBD e THC, le proprietà terapeutiche della cannabis sono collegate anche alle altre componenti presenti all’interno della pianta e, soprattutto, alla loro interazione. Ecco cos’è l’effetto entourage e come funziona.

 

Che cos’è l’effetto entourage e i primi studi

 

Quando si parla delle proprietà terapeutiche della Cannabis si pensa subito a due sostanze in particolare: il cannabidiolo (CBD) e il tetraidrocannabinolo (THC). La pianta, però, vanta centinaia di altre componenti (come il CBN, il CBC, il CBG, i terpeni…) e tutte insieme agiscono, intervengono e collaborano per avere un’azione benefica sull’organismo: la sinergia tra tutte queste componenti è chiamata anche effetto entourage.

 

Uno dei primi studi ad analizzare questo particolare effetto risale al 2010, quando ad alcuni pazienti oncologici sono stati somministrati sia il solo estratto di THC, sia una combinazione di THC e CBD. Dallo studio, intitolato “Multicenter, Double-Blind, Randomized, Placebo-Controlled, Parallel-Group Study of the Efficacy, Safety, and Tolerability of THC:CBD Extract and THC Extract in Patients with Intractable Cancer-Related Pain” e pubblicato sul Journal of Pain and Symptom Management, è emerso che:

 

“L’analisi primaria della variazione rispetto al basale del punteggio della scala di valutazione numerica (NRS) del dolore medio era statisticamente significativamente a favore del THC:CBD rispetto al placebo (miglioramento di 1,37 rispetto a 0,69), mentre il gruppo THC ha mostrato un cambiamento meno significativo (1.01 vs. 0.69). Il doppio dei pazienti che assumevano THC:CBD ha mostrato una riduzione di oltre il 30% rispetto al punteggio NRS del dolore basale rispetto al placebo (23 [43%] contro 12 [21%]). L’odds ratio associato era statisticamente significativo, mentre il numero di pazienti che rispondevano al THC era simile al placebo (12 [23%] contro 12 [21%]) e non raggiungeva la significatività statistica”.

 

La sinergia tra cannabinoidi e terpeni

 

Ad approfondire i meccanismi legati all’effetto entourage, questa volta analizzando soprattutto la relazione tra cannabinoidi e terpeni, è stato uno studio pubblicato nel 2011 sul British Journal of Pharmacology e intitolato “Taming THC: potential cannabis synergy and phytocannabinoid-terpenoid entourage effects”.

 

Dalla ricerca è emerso, per esempio, che il terpene pinene può aiutare a contrastare la memoria compromessa, un fenomeno legato all’uso del THC; che una combinazione di CBD e limonene può invece funzionare per alleviare l’ansia; e che l’unione di THC e CBN può potenzialmente produrre maggiori effetti sedativi.

 

Quali prodotti scegliere per sfruttare l’effetto entourage?

Alla luce di questi studi e di quelli più recenti — come quello del 2019, disponibile su Frontiers in Plan Science, che conferma le ricerche precedenti affermando che “l’argomento della sinergia della Cannabis attraverso l’effetto entourage è attualmente sufficientemente forte da suggerire che è improbabile che una molecola corrisponda al pieno potenziale terapeutico della pianta” — è naturale pensare quindi che la soluzione più completa risieda nelle infiorescenze.

In realtà, però, anche alcuni specifici estratti di Cannabis offrono una ricca diversità di cannabinoidi e terpeni: sono gli estratti full-spectrum, ossia quei prodotti, derivati dalle infiorescenze di Cannabis, che mirano a catturare tutti i composti terapeutici della pianta presenti nel momento della lavorazione, scartando invece quelli non necessari perché senza benefici farmacologici, come lipidi e grassi.

Gli estratti a spettro completo possono presentarsi in molte forme — oli, capsule ingeribili, cartucce per vaporizzatori… —, ma ciò che li caratterizza è la lunga lista di composti chimici che contengono al proprio interno; ciò significa che l’estratto potrebbe fornire THC, CBD, CBG, CBN, mircene, cariofillene, limonene e molto altro, il tutto in un unico prodotto.

Il mircene, per esempio, stimolando il rilascio di oppioidi endogeni, pare migliorare l’effetto analgesico di THC e CBD; il cariofillene, invece, sembra avere un effetto sinergico con il THC, il quale migliora le proprietà anti-infiammatorie e analgesiche del cannabinoide, tramite inibizione della prostaglandina E1 e l’attivazione del recettore CB2, rispettivamente; il limonene, infine, ha bassa affinità per i recettori dei cannabinoidi, ma sinergizza gli effetti ansiolitici, anti stress e sedativi del CBD aumentando la serotonina e la dopamina nell’organismo. Solo per fare alcuni esempi.